La via dei simboli
“È avvenuto che il mondo, e
gli architetti se ne stanno rendendo conto, è mutato e che siamo nell'epoca
delle informazioni, nel pieno della Rivoluzione Informatica. E l'epoca
informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per
messaggi metaforici, traslati.”
Con il libro “La
Terza Ondata” del 1980, Alvin Toffler, teorico e sociologo americano, afferma
che la storia dell’umanità può essere ideologicamente divisa in tre grandi
periodi che si susseguono cronologicamente nel corso del tempo : il primo
periodo caratterizzato economicamente dall’agricoltura, il secondo dall’industria
e il terzo, che ci vede protagonisti, dominato dall’informazione. In questa
terza fase storica l’elemento attorno cui società e economia ruotano è l’informazione.
Quasi in contemporanea con la nascita di questa fase, vediamo un passaggio
dalla tipica produzione industriali in serie, oggettivamente tutta uguale a una
personalizzazione del prodotto, che vede quindi come concetto di base la soggettività.
Questa nuova
soggettività porta ad una comunicazione non più oggettiva, ma bensì ad una
comunicazione soggettiva, non più asettica ma che vede entrare in gioco le
figure retoriche. Un esempio è proprio il mondo della propaganda e della
pubblicità, che attraverso metafore e analogie grafiche, induce l’eventuale lettore all’interpretazione. L’interpretazione
può considerarsi, infatti, alla base della soggettività. Durante la lezione del
14 ottobre abbiamo visto come determinate grafiche pubblicitarie (Spalding&Bros pubblicità) vogliano
comunicare solo a determinati target di persone, proponendo immagini e
significati che non tutti i consumatori possono cogliere.
The lady with the pig - Fèlicien Rops (1878) |
Quest’era iper-soggettiva e intepretativa si riflette sull’architettura. Anche nel campo architettonico l’Informazione è la chiave e vuole esprimere un’idea attraverso un simbolo. A questo proposito basta pensare all'architetto Utzon, il primo ad aver avuto coraggio di realizzare una grande struttura che non risponde solo alla funzione ma diventa un vero e proprio simbolo, un landmark. Se prima il movimento moderno aboliva il concetto di simbolo legato all'architettura, ora Utzon inizia un'era che fa dell'architettura moderna un simbolo assoluto.
Ma perché Utzon
punta a creare un'architettura simbolica? Fin dai primi tempi Utzon tenta di
agganciare i suoi edifici al paesaggio e come Piano e Erskine c’è un interesse
nelle forme sinuose della natura.
Concept Zentrum Paul Klee |
A prova del fatto che l’architettura
contemporanea esprime la nozione di simbolo, basta pensare proprio a Renzo
Piano, che nel 2005 realizza il Zentrum Paul Klee, dedicato all’omonimo
pittore.
Come per Utzon e i suoi edifici, anche Piano vuole allacciare il suo
edificio alla natura e lo fa attraverso un simbolo, quello di queste tre onde
che definiscono i spazi del progetto. Ispirata
alla morfologia della regione, caratterizzata da una vasta distesa di colline e
da campi coltivati, la struttura si combina con il contesto attraverso una
copertura dall’andamento curvilineo. Una soluzione accattivante e destinata a
divenire iconica. L’idea dell’onda è legata anche e soprattutto alla passione
per la musica di Paul Klee, che dipingeva sull’onda delle note e che applicò
alla pittura il concetto musicale di polifonia.
Il
prospetto di questo iconico museo è paragonabile a un’onda musicale.
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