La via dei simboli


“È avvenuto che il mondo, e gli architetti se ne stanno rendendo conto, è mutato e che siamo nell'epoca delle informazioni, nel pieno della Rivoluzione Informatica. E l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati.

(Antonino Saggio, La via dei simboli, in ARCH IT coffee break, 15/12/2000)

Con il libro “La Terza Ondata” del 1980, Alvin Toffler, teorico e sociologo americano, afferma che la storia dell’umanità può essere ideologicamente divisa in tre grandi periodi che si susseguono cronologicamente nel corso del tempo : il primo periodo caratterizzato economicamente dall’agricoltura, il secondo dall’industria e il terzo, che ci vede protagonisti, dominato dall’informazione. In questa terza fase storica l’elemento attorno cui società e economia ruotano è l’informazione. Quasi in contemporanea con la nascita di questa fase, vediamo un passaggio dalla tipica produzione industriali in serie, oggettivamente tutta uguale a una personalizzazione del prodotto, che vede quindi come concetto di base la soggettività.


Questa nuova soggettività porta ad una comunicazione non più oggettiva, ma bensì ad una comunicazione soggettiva, non più asettica ma che vede entrare in gioco le figure retoriche. Un esempio è proprio il mondo della propaganda e della pubblicità, che attraverso metafore e analogie grafiche, induce  l’eventuale lettore all’interpretazione. L’interpretazione può considerarsi, infatti, alla base della soggettività. Durante la lezione del 14 ottobre abbiamo visto come determinate grafiche pubblicitarie (Spalding&Bros pubblicità) vogliano comunicare solo a determinati target di persone, proponendo immagini e significati che non tutti i consumatori possono cogliere.


The lady with the pig - Fèlicien Rops (1878)
Ritengo interessante paragonare queste attuali grafiche pubblicitarie alle arti figurative degli ultimi anni dell’800, ossia il Simbolismo. Questo movimento vede come protagonista la rappresentazione di soggetti ispirati dalla natura, dedicato ad un pubblico colto e sensibile, per via dei suoi contenuti molto complessi da decifrare.










Quest’era iper-soggettiva e intepretativa si riflette sull’architettura. Anche nel campo architettonico l’Informazione è la chiave e vuole esprimere un’idea attraverso un simbolo. A questo proposito basta pensare all'architetto Utzon, il primo ad aver avuto coraggio di realizzare una grande struttura che non risponde solo alla funzione ma diventa un vero e proprio simbolo, un landmark. Se prima il movimento moderno aboliva il concetto di simbolo legato all'architettura, ora Utzon inizia un'era che fa dell'architettura moderna un simbolo assoluto.


Ma perché Utzon punta a creare un'architettura simbolica? Fin dai primi tempi Utzon tenta di agganciare i suoi edifici al paesaggio e come Piano e Erskine c’è un interesse nelle forme sinuose della natura. 


Concept Zentrum Paul Klee
A prova del fatto che l’architettura contemporanea esprime la nozione di simbolo, basta pensare proprio a Renzo Piano, che nel 2005 realizza il Zentrum Paul Klee, dedicato all’omonimo pittore. 

Come per Utzon e i suoi edifici, anche Piano vuole allacciare il suo edificio alla natura e lo fa attraverso un simbolo, quello di queste tre onde che definiscono i spazi del progetto.  Ispirata alla morfologia della regione, caratterizzata da una vasta distesa di colline e da campi coltivati, la struttura si combina con il contesto attraverso una copertura dall’andamento curvilineo. Una soluzione accattivante e destinata a divenire iconica. L’idea dell’onda è legata anche e soprattutto alla passione per la musica di Paul Klee, che dipingeva sull’onda delle note e che applicò alla pittura il concetto musicale di polifonia.
Il prospetto di questo iconico museo è paragonabile a un’onda musicale.




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