Il paesaggio e lo strumento


Lo strumento : la pittura e la fotografia 

Mr. Toulouse Paints Mr. Lautrec - photograph by Maurice Gilbert,  1891

Lo scopo della lezione del 17 ottobre è stato quello di dare una definizione e una spiegazione al significato di “strumento”. La creazione di nuovi “paesaggi”, intesi come rappresentazione e visione implica la crisi di uno strumento. D’altronde come suggerisce Zevi, la modernità è ciò “che fa della crisi un valore, suscitando un’estetica di rottura”. Per capirlo basta pensare alla nascita della rappresentazione fotografica. L’arrivo della macchinetta fotografica crea una nuova forma e una nuova idea di paesaggio. Inoltre la parola “strumento” ha un significato diverso da “utensile”. Un utensile prevede l’estensione di alcune capacità del corpo, mentre uno strumento contribuisce a cambiare la nostra visione del mondo. Ed è questo quello che succede nel rapporto, che possiamo definire di amore e odio, tra pittura e fotografia.


Intorno al 1827 Louis Daguerre inventa il processo fotografico chiamato dagherrotipo e riesce ricavare una rappresentazione disegnata dalla luce. Gli artisti dell’epoca compresero le potenzialità di questa nuova invenzione e si resero conto che essa avrebbe significato per loro la perdita del monopolio sull’immagine. Alcuni giovani artisti accettarono questa nuova tecnologia e si confrontarono con essa in svariati modi, altri artisti invece, guardarono alla fotografia come una crisi, una minaccia alla pittura. Da questa “crisi” che vede come antagonista alle arti la fotografia, scaturì un nuovo modo di dipingere e di concepire l’arte. 

Ci siamo mai chiesti perché ad un tratto gli artisti hanno smesso di copiare oggettivamente la realtà così come si presentava? La fotografia cambia l’arte. Gli artisti, per contraddistinguersi da questa nuova tecnologia, ritraggono soggetti e paesaggi attraverso la loro visione eccentrica e interpretazione soggettiva, cosa che l’oggettività della fotografia non poteva dare. Gli artisti, non potendo competere con la fedele rappresentazione della foto, umanamente impossibile da riprodurre così perfettamente, decisero di realizzare opere filtrate attraverso il loro punto di vista. Quindi, indirettamente, Daguerre consentì ai pittori di mettere in luce il lato interpretativo del mondo, la sintesi soggettiva, riproponendo le modalità percettive umane, che vedono alla base le emozioni. Possiamo quindi dire che la crisi scaturita dalla nascita del dagherrotipo contribuì a liberare la pittura dalla necessità di imitazione della realtà, offrendo così la possibilità di sviluppo di movimenti di avanguardia quali futurismo, espressionismo, cubismo e dadaismo.

Ernst Ludwig Kirchner, Tinzenhorn – la gola dello Zugen a Monstein




 Volontà di rappresentare un paesaggio fedelmente - Crisi - Nascita della fotografia - Crisi - Nascita dell’espressionismo e dei movimenti pittorici successivi


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